Se la curiosità nei confronti di questo libro nasce dal titolo, che alla nota associazione con la mela sostituisce un insolito caffè, la sua lettura si accompagna alla piacevolezza di una narrazione fluida e veloce che, differentemente dalle elucubrazioni del protagonista, arriva alla mente del lettore in maniera semplice e diretta.
Un racconto che fa sorridere e ridere,particolarmente lì dove il suo autore accenna con ironia fintamente noncurante, e per questo tanto più pungente, ai “retroscena” meno felici del contesto accademico : l’università dei baroni, la ricerca pedissequamente legata al settore di appartenenza al punto da rinunciare a quell’ interdisciplinarità da cui trarrebbe arricchimento, e non solo.
Una storia in cui lo stesso riversa le sue poliedriche sfaccettature di ingegnere, docente, appassionato di musica, a corale giovamento della narrazione e, indirettamente, del lettore.
Un libro che coinvolge, dove ogni pagina divorata a soddisfacimento della propria curiosità è con rammarico una pagina in meno alla conclusione della storia. La storia termina, il libro si chiude, ma l’inquietudine legata alle possibili, future, applicazioni della macchina del pensiero di Turing permane…
MariaChiara Di Benedetto